0E’ stato ammesso ed è pronto per essere votato l’emendamento sulla legge di Bilancio che prevede una sanatoria per la regolarizzazione degli stranieri che già lavorano in Italia, pur non avendo i documenti in regola per farlo.
Mentre l’opinione pubblica punta il dito sugli sbarchi, dividendosi tra accoglienza e rifiuto, non viene dato risalto a ciò che gli immigrati già rappresentano per l’Italia, soprattutto coloro che si sono integrati, che lavorano e che producono fatturato.
Gli ingressi di lavoratori stranieri in Italia sono avversati da leggi datate e da un’eccessiva burocrazia. La campagna Ero Straniero – L’umanità che fa bene, punta su “accoglienza, lavoro e inclusione” ed ha prodotto un emendamento presentato in V Commissione del Senato, su disegno di legge Bilancio, avente come oggetto la proposta di emersione destinata a persone irregolari che lavorano.
Ciò che si chiede al Parlamento italiano è di votare a favore dell’emersione dei cittadini stranieri, che già lavorano, ma cui mancano i documenti per poter essere assunti. Si parla di almeno un miliardo di entrate fiscali perse ogni anno.
L’immigrazione irregolare incide pesantemente sull’economia italiana, perché la priva di contributi che potrebbero essere regolarmente versati e permette la sussistenza di concorrenza sleale.
I dati ISMU ci consegnano un paese con 530 mila persone “non italiane” e non regolarizzate.
In attesa che l’emendamento, già approvato in Parlamento, venga votato, ecco qualche dato.
Cos’è una sanatoria
La sanatoria è lo strumento che un paese può adottare, attraverso norme e provvedimenti, per regolarizzare gli stranieri che, pur trovandosi da tempo sul territorio nazionale, non ne hanno diritto, in quanto non in regola coi documenti.
Le persone chiamate in causa si autodenunciano per ottenere il permesso di soggiorno. È una pratica molto diffusa in Europa, in Italia l’ultima risale al 2009, e fu specifica per la regolarizzazione di colf e badanti.
A tal proposito l’Assindatcolf (Associazione dei datori di lavoro domestico) – Idos (Istituto di ricerca sull’immigrazione) hanno diffuso un comunicato in cui si sottolinea come, nell’anno 2018, su cinquecentotrentamila stranieri irregolari duecentomila lavorano in nero nel settore domestico.
Attraverso una “finestra” potrebbero registrarsi ed aver riconosciuti i propri diritti e i propri nuovi doveri da cittadini italiani.
Vengono ricordate come sanatorie la legge n. 943 del 1986, la legge n. 39 del 1990 (legge Martelli), il Decreto Dini del 1995, la legge n. 40 del 1998 (Turco – Napolitano) e la legge n. 189 del 2002 (Bossi –Fini).
Ero straniero
L’emendamento è solo una delle iniziative della campagna “Ero straniero”. Dal 2017 un’apposita proposta di legge d’iniziativa popolare dal titolo “Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari” ha iniziato il suo iter alla I Commissione Affari Costituzionali.
In caso di approvazione, così come è stata concepita, introdurrebbe alcune novità sulle garanzie di lavoro ad immigrati:
- Concessione di un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione attraverso l’intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari, ad opera di soggetti pubblici e privati che abbiano idonee strutture all’estero (ad esempio rappresentanze diplomatiche e consolari);
- Reintroduzione del sistema dello sponsor (suggerimento di un lavoratore da parte di un altro) già visto con la legge Turco-Napolitano;
- La regolarizzazione individuale degli stranieri irregolari che possano dimostrare di poter lavorare immediatamente.
L’accoglienza in Italia
Sanatoria o meno, il nostro paese ha una lunga tradizione d’accoglienza e gli strumenti per diventare cittadini italiani non mancano.
In caso di lavoratori altamente specializzati, ad esempio, esiste sempre la possibilità di inserirli in aziende italiane in qualsiasi periodo dell’anno.
Uno dei modi previsti dalla legge per accedere e risiedere legalmente in Italia è anche quello del ricongiungimento familiare che permette a coniugi, figli e genitori di raggiungere i congiunti già perfettamente insediatisi.
Si può valutare anche la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana in via giudiziale, facendo appello alla propria discendenza, anche femminile, o in seguito a circostanze particolari (mancata risposta del Ministero dell’Interno nei tempi previsti dalla legge).
In attesa che la sanatoria venga approvata o che la legge possa essere modificata, non esitate a contattare qui i nostri avvocati per esporre loro i vostri quesiti in materia.
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