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La legge sulle opzioni binarie di Israele rischia ancora modifiche e ritardi

Ultimo aggiornamento 12 Giu 2021

2 Ott 2017 - Contenzioso Forex - Min Read 6 min
La legge sulle opzioni binarie di Israele rischia ancora modifiche e ritardi

Troppe le truffe, perpetrate tramite il prodotto delle opzioni binarie, che hanno avuto origine nel paese mediorientale per poter continuare a far finta di niente. Il Governo israeliano si appresta a dotarsi di una legge a tutela degli stranieri, peccato che non tutti i membri del Parlamento concordino su cosa vietare a chi.

Dopo mesi di indiscrezioni potrebbe diventare legge nel primo trimestre del 2018, in Israele, il divieto di commerciare in opzioni binarie con qualsiasi utente nel mondo.
Le linee guida sono state scritte in collaborazione dall’ISA (Israel Securities Authority), l’autorità israeliana che vigila sui mercati finanziari e sugli strumenti di risparmio, e dal Ministero delle Finanze.
Il divieto era già presente nella legislazione israeliana, ma era limitato ai cittadini del paese mediorientale, le società israeliane infatti non possono proporre da tempo opzioni binarie ai loro conterranei. Peccato che questo primo divieto avesse causato un’intensa campagna di reclutamento di nuovi clienti all’estero.

Strada in salita verso l’approvazione della legge sulle opzioni binarie

A una prima lettura del disegno di legge il Knesset, Parlamento di Israele, si era espresso con voto nettamente favorevole, trentuno sì e nessun contrario, per la sua approvazione.
Il regolamento del Knesset, tuttavia, richiede tre letture di un disegno di legge prima che possa diventare effettivamente legge, con un voto finale che avviene al termine della terza lettura.

Le uniche osservazioni che erano state fatte durante la prima seduta del Knesset per votare la legge, riguardavano la possibile futura estensione ad altri ambiti, per tutelare i risparmiatori relativamente a diversi tipi di investimento speculativo.
Il divieto di commercializzazione internazionale infatti si limiterà ad opzioni binarie e non al trading forex o ai CFD.

Se le tre letture fossero avvenute entro il 31 luglio, la legge sarebbe divenuta effettiva in autunno. Ma dopo un inizio promettente tutto è andato storto. Innanzitutto la consapevolezza che il Knesset avrebbe chiuso i battenti per la pausa estiva prima della discussione definitiva.
Poi la scoperta che il testo non era esattamente come ci si aspettava, a causa delle innumerevoli modifiche, infine la presa di posizione del Likud, che ha chiesto ulteriori cambiamenti al ddl.

I pieni poteri all’Ente Regolatore ISA sarebbero confermati

L’ente regolatore israeliano ISA da anni si batte per restituire una buona reputazione ad Israele, da quando i casi di cronaca sono pieni di storie di truffe che hanno origine nel paese.
Grazie alla legge in vigore l’ISA ha potuto porre un freno alle truffe interne, ma da tutto il mondo hanno continuato a fioccare le proteste per il proliferare di truffe da parte di società con sede in Israele.
Storie tristi, di risparmi di una vita andati in fumo e di broker spariti dopo il colpaccio, ma anche storie tragiche, di chi non ha retto alla vergogna di aver dilapidato tutti i propri soldi ed ha preferito farla finita.

Il testo della legge che vieta le opzioni binarie

La nuova legge vieterà ad ogni broker di Binary Options con sede in Israele, di contattare clienti stranieri e di commercializzare con loro opzioni binarie o servizi legati ad esse.

Chi, aggirando i divieti, commercerà in opzioni binarie, verrà punito con una pena detentiva che potrebbe arrivare a due anni. Al reato di intermediazione potrebbe sommarsi la violazione delle leggi anti-riciclaggio di Israele, eventualità che farebbe salire gli anni di detenzione e le sanzioni in denaro.

Il punto che blocca la legge

A fine luglio, dopo un percorso apparentemente rapido, la legge sulle opzioni binarie di Israele, era stata rimandata al primo trimestre del 2018. La giornata finale delle deliberazioni sul disegno di legge in commissione per le riforme del Knesset si è tinta di giallo.

Nonostante il disegno di legge fosse stato già votato e approvato dai membri del Knesset presenti, David Bitan, membro del partito di maggioranza Likud, è entrato in camera pretendendo di cambiare alcuni punti.

Il governo di Israele è una coalizione di vari partiti, di cui il Likud è quello maggiormente rappresentato.

David Bitan per di più si è presentato in commissione accompagnato da Moshe Avrahami, presidente della SpotOption, ossia del maggiore fornitore di piattaforme di opzioni binarie per i broker.
La SpotOption è una delle società che risulterebbe maggiormente danneggiata se il disegno di legge passasse nella sua forma attuale, l’azienda infatti sarebbe costretta a trasferire praticamente tutte le attività al di fuori del paese.

Come riportato dal The time of Israel, il membro del Likud, Bitan e Mosher Avrahami avrebbero contestato la parte di legge che coinvolge la vendita del software, obiettando che le società che commerciano in software in linea di principio sono estranee all’utilizzo che se ne fa.

Subito dopo lo scambio di battute tra Bitan e il presidente del comitato delle riforme, Rachel Azaria (membro del partito Kulanu, altro membro della coalizione di governo), un avvocato del Knesset ha chiesto alla stampa di abbandonare la stanza.

Il testo contestato pone un divieto che riguarderebbe la fornitura di servizi software utili ad operare con le opzioni binarie, la prestazione di servizi funzionali al trading delle opzioni binarie, e persino qualunque contatto con i clienti che abbia come oggetto le opzioni binarie.

Software di opzioni binarie made in Israele

Il problema non sono soltanto le opzioni binarie ma la facilità con cui i truffatori riescono a manovrarle a proprio uso e consumo, potendo fare affidamento su software all’avanguardia, nati proprio nel Paese mediorientale.
Per questo verrebbe previsto il carcere anche a chi fornisce il software.
Partendo dalla ben nota esperienza militare, le case di software israeliane non hanno avuto difficoltà a sviluppare programmi all’avanguardia, capaci di elaborare i grossi volumi di dati richiesti dal gioco o dal trading on line. Ma sul blocco e sull’imputabilità delle società di software il Likud ha negato il proprio appoggio.

Tutto ciò ha generato parecchia confusione perché il disegno di legge era già stato approvato prima dell’intervento del leader del Likud ed è pronto per tornare al Knesset per le successive letture e per la votazione finale che lo renderà legge.

La prossima riunione della Knesset è prevista per fine ottobre, ma a questo punto non si possono escludere ulteriori colpi di scena. Viste le premesse, i sostenitori della legge sembrano destinati a scendere a compromessi con i gestori di piattaforme per portare a casa la legge in tempi ragionevoli.

Dall’Isa, l’Autorità israeliana, avevano auspicato che la regolamentazione coinvolgesse i produttori di software perché senza di loro i broker perderebbero le armi mentre il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato che a loro modo di vedere, le società di software che sviluppano le piattaforme di trading sono a tutti gli effetti partner dei broker.
Fornire una piattaforma alle imprese fraudolente li rende complici dei loro crimini. Vendere un prodotto che ha elementi di frode è un reato.

I primi effetti della legge già si hanno

In attesa dell’approvazione definitiva della legge, la sola notizia della sua discussione in Parlamento, ha già portato alla chiusura nel paese di parecchi broker di opzioni binarie.
Alcuni si sono semplicemente trasferiti in paesi attualmente più permissivi, ossia Bulgaria, Ucraina, Lettonia e Romania. Chi aveva ottenuto la certificazione CySEC ha potuto riaprire bottega a Cipro.
Da parte loro anche i fornitori di software, pur lottando per chiedere di essere esclusi dai divieti, si preparano a rinunciare alle opzioni binarie. La stessa SpotOption si è già mossa per adeguarsi, puntando sui CFD e tagliando personale in Israele.

Gli avvocati del Dipartimento Contenzioso Forex dello Studio legale internazionale Boccadutri, hanno assistito spesso clienti vittime di frode nel Forex e, laddove è stato possibile, hanno recuperato quanto investito e trattenuto illegalmente.

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Calogero Boccadutri

Calogero Boccadutri is the Managing Partner of Boccadutri International Law Firm. He has trial experience in Forex, Personal Injury and Administrative litigation.



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