Centra Tech: condanne per i fondatori
Condannato a 8 anni di carcere Sohrab “Sam” Sharma, co-fondatore insieme a Raymond Trapani e Robert Joseph Farkas, della società di criptovalute Centra Tech, per aver condotto un’offerta iniziale di monete (ICO) illegale.
Il 4 marzo 2021 Sohrab Sharma, conosciuto come Sam Sharma, è stato condannato dalla corte federale di Manhattan a 8 anni di reclusione, più tre anni di libertà vigilata. L’uomo dovrà inoltre pagare una multa di 20 mila dollari mentre le autorità hanno posto sotto sequestro circa 36 milioni di dollari dalle sue disponibilità, in quanto provento di truffa.
Sharma è stato riconosciuto colpevole di aver creato, con la complicità dei due soci, Raymond Trapani e Robert Joseph Farkas, un sistema fraudolento, mirato a ingannare gli investitori della società Centra Tech.
Sharma sosteneva, falsamente, che Centra Tech, la start-up da lui co-fondata, avesse sviluppato prodotti finanziari completamente funzionanti e all’avanguardia legati alle criptovalute.
Le indagini hanno dimostrato che l’uomo, insieme ai suoi complici, perpetrava tale inganno millantando false partnership commerciali (ad esempio con circuiti di carte di credito), esibendo false licenze, e per di più, per eludere le accuse di scarsa esperienza, ha simulato la presenza ai vertici di dirigenti altamente qualificati. Persone inesistenti, ma con titoli altisonanti, tali da accreditare l’intero gruppo di una professionalità che però non aveva.
Le menzogne, insieme alla campagna di marketing incentrata sull’endorsement dei loro prodotti finanziari, da parte di personaggi molto noti, hanno indotto investitori, provenienti da tutto il mondo, a versare nelle casse della Centra Tech decine di milioni di dollari.
Centra Tech: la frode correva sui titoli digitali
Sharma ha ammesso la propria colpevolezza, dichiarandosi responsabile di aver cospirato con Raymond Trapani e Robert Joseph Farkas (entrambi reo confessi) allo scopo di commettere frode finanziaria, frode telematica e frode postale.
L’uomo ha confessato di aver utilizzato l’inganno per sollecitare gli investitori ad acquistare titoli, sotto forma di token digitali (inutili) emessi da Centra Tech. Alla base c’era una raccolta fondi fraudolenta, che includeva un’offerta iniziale di monete (ICO).
L’inizio della truffa si può far risalire al 2017.
Centra Tech: storia di una truffa
La Centra Tech nasce a Miami nel luglio 2017, dall’idea di Sam Sharma, Robert J. Farkas e Raymond Trapani. Sharma e Trapani si erano conosciuti mentre lavoravano per la Miami Exotics, una società di noleggio di auto di lusso in Florida.
Scopo, apparente, della società Centra Tech, è quello di offrire prodotti finanziari correlati alla criptovaluta. Prodotto di punta avrebbe dovuto essere una carta di debito, la “Centra Card” che, in via progettuale, avrebbe consentito agli utenti di effettuare acquisti utilizzando criptovaluta presso chiunque accettasse carte di pagamento Visa o Mastercard.
Dal luglio 2017 all’ottobre 2017, Sharma e gli altri coimputati, hanno sollecitato gli investitori ad acquistare titoli non registrati, sotto forma di token digitali, emessi da Centra Tech (i cosiddetti “token Centra” o “token CTR”), anche attraverso una cosiddetta “offerta iniziale di monete” o “ICO”.
La massiccia campagna pubblicitaria, su Internet, era un insieme di scritti e video che favoleggiavano le capacità del team esecutivo di Centra Tech, e del loro CEO, Michael Edwards, dirigente con oltre 20 anni di esperienza nel settore bancario e un master in amministrazione aziendale presso l’Università di Harvard.
In più Centra Tech esibiva le licenze per operare in 38 Stati.
La vera peculiarità, che ingolosiva gli investitori, era la sua partnership con Bancorp, Visa e Mastercard, in tal modo sembrava che fosse autorizzata ad emettere carte Centra col beneplacito di Visa o Mastercard.
Nell’ottobre del 2017 i fondi raccolti si aggiravano intorno ai 25 milioni di dollari.
Sharma, Trapani e Farkas sono stati arrestati nell’aprile del 2018.
Centra Tech: l’esito delle indagini
La realtà emersa dalle indagini era ben diversa da quella pubblicizzata:
- Michael Edwards, accreditato come CEO della Centra Tech, dirigente con oltre 20 anni di esperienza nel settore bancario e un master in amministrazione aziendale presso l’Università di Harvard, e un altro presunto membro del team esecutivo, tale Jessica, erano persone fittizie, il cui curriculum era stato fabbricato ad hoc, per ingannare gli investitori. Tra l’altro, dalle intercettazioni, è emersa la volontà di “sbarazzarsi” dei due personaggi inesistenti, dopo che qualcuno aveva subodorato la verità, facendoli perire insieme, da marito e moglie, in un incidente.
- Centra Tech non aveva nessuna partnership con Bancorp, Visa o Mastercard.
- La maggior parte delle licenze di Centra Tech non erano reali.
Nel 2018, il Distretto Meridionale di New York del Dipartimento di Giustizia, Procura degli Stati Uniti, in collaborazione con il Federal Bureau of Investigation (FBI), hanno sequestrato alla Centra Tech 100.000 unità Ether. Tali fondi digitali derivavano dall’acquisto di token digitali emessi da Centra Tech, ma erano stati estorti dando agli investitori informazioni false.
Lo United States Marshals Service ha venduto le unità Ether sequestrate, per circa 33,4 milioni di dollari, all’inizio del 2021. Tali fondi, insieme ad altri sequestrati nell’ambito del procedimento, sono destinati a rimborsare le vittime della frode Centra Tech.
A dicembre la condanna di Farkas
La sentenza di Sam Sharma si aggiunge a quella del 15 dicembre 2020 del co-fondatore di Centra Tech, Robert Joseph Farkas, dichiaratosi colpevole di cospirazione per commettere frode finanziaria e frode telematica.
In quell’occasione Farkas se l’era cavata con la condanna a un anno e un giorno di carcere, più tre anni di libertà vigilata. Le autorità hanno inoltre posto sotto sequestro circa 347 mila dollari dalle sue disponibilità più un orologio Rolex, acquistato con i proventi della truffa.
Secondo uno dei legali coinvolti, Farkas e i suoi complici hanno ingannato gli investitori della loro ICO, inducendoli ad investire valuta digitale, del valore di milioni di dollari, sulla base di affermazioni fittizie sulla loro azienda, comprese false dichiarazioni relative al possesso di presunte tecnologie digitali, e a relazioni con giganti del mondo finanziario tradizionale.
Il commento lapidario del legale, relativamente alla condotta dei co-fondatori della Centra Tech, è stato: “Sia nel contesto delle IPO azionarie tradizionali o delle nuove ICO legate alla criptovaluta, raccogliere capitali attraverso bugie e inganni è un crimine”.
La SEC contro i Vip che hanno pubblicizzato Centra Tech
Nel caso della Centra Tech, la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha rivolto delle accuse, per la prima volta nella sua storia, verso coloro che si sono prestati a promuovere illegalmente le ICO.
I due vip statunitensi coinvolti, hanno accettato di pagare una multa e si sono accordati per non promuovere titoli di alcun tipo per un periodo di tre anni.
Sono state diverse le celebrità che hanno sostenuto un’offerta iniziale di monete.
Non sono rari gli endorsement, pagati profumatamente, di celebrità verso prodotti finanziari, in modo da renderli credibili agli occhi dei fans. Ci sono stati casi, troppi, in cui l’immagine di un vip è stata usata a scopi pubblicitari, ma a sua insaputa.
La SEC ha voluto lanciare un messaggio inequivocabile: non sono solo le società che vendono, che possono essere ritenute responsabili per operazioni illecite di titoli, anche coloro che utilizzano piattaforme con un grosso seguito, per promuovere questi investimenti, possono essere multati e bloccati.
La scalata della Centra Tech non è passata inosservata
Un successo tanto veloce quanto effimero, visto che sin dagli arbori, in molti hanno fiutato le incongruenze di questa società, fondata e gestita da soci inesperti, poco più che ventenni.
A scoperchiare il vaso di Pandora è stato il 27 ottobre 2017 il New York Times con un articolo dedicato alla Centra Tech e alle celebrità che la supportavano.
Già allora erano emersi dubbi sulla figura dell’amministratore delegato e sul debole piano aziendale, per cui il giornale ha svolto le proprie indagini.
Ancora non si parlava di truffa, e i guai con la legge dei co-fondatori si limitavano ad un’incriminazione per falsa testimonianza, relativa ad un caso di guida in stato di ebbrezza.
Il NYT ha sottolineato come, l’intervento delle celebrità, abbia offerto legittimità e attenzione alle offerte di monete che altrimenti sarebbero passate inosservate, in mezzo alle tante.
A capo della Centra Tech, di fatto, risultavano esserci tre persone, senza alcuna esperienza professionale nel campo delle tecnologie associate alle valute virtuali, né con le carte di debito che avrebbero dovuto produrre.
Tra l’altro il giornale aveva avuto modo di contattare la Visa, il cui logo appariva sulla carta di debito pubblicizzata, scoprendo che non era stato stipulato nessun tipo di accordo. Stesso discorso con la Mastercard, apparente scelta di ripiego.
L’articolo parlava dell’incriminazione, di Sharma e Trapani, con l’accusa di falsa testimonianza derivanti da un caso di guida in stato di ebbrezza. Sharma poi, era risultato avere una serie di piccoli precedenti per truffa. Ben poca cosa rispetto a ciò che lo avrebbe aspettato.
Se vi è capitato di investire nella Centra Tech, o in altre società che poi si sono rivelate poco trasparenti, potrete ricevere consigli e assistenza dai legali del Dipartimento di contenzioso Forex del nostro Studio legale internazionale.
Assicuratevi di raccogliere le prove di quanto vi è successo in modo da poter valutare insieme se siete stati vittime di truffa e se esiste il modo di recuperare quanto vi è stato sottratto con l’inganno.
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