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Voluntary disclosure, la scadenza si avvicina

Ultimo aggiornamento 12 Giu 2021

29 Mag 2017 - Tasse e Contenzioso Fiscale - Min Read 3 min
Voluntary disclosure, la scadenza si avvicina

Voluntary disclosure

La nuova Voluntary Disclosure varata dal Governo permette di regolarizzare la propria posizione debitoria con lo Stato italiano.

C’è ancora tempo fino al 31 luglio per aderire alla Voluntary Disclosure bis, la procedura per il rientro dei capitali detenuti all’estero e per la sanatoria dei redditi non dichiarati.
Dopo quella conclusasi nel 2016 (Decreto Fiscale 193/2016) il governo ci riprova, offrendo la possibilità anche a chi ha già aderito alla Voluntary del 2016, di fare domanda per l’emersione di ulteriori irregolarità compiute in Italia, escludendo però stavolta i capitali esteri.

Le novità rispetto alla prima Volontary Disclosure

Ed è questa la vera novità della Volontary Disclosure 2.0, consentire l’autodenuncia di capitali, di origine lecita, detenuti in Italia.
La Voluntary Disclosure riguarda anche i patrimoni non dichiarati provenienti da società “estero vestite”, conti correnti, polizze, fondi comuni, preziosi, beni immobili o mobili registrati…
Si potranno regolarizzare dichiarazioni IRPEF e addizionali, IVA, imposte sostitutive e imposte regionali sulle attività produttive.

Coloro che aderiranno potranno versare spontaneamente nelle casse dello Stato i mancati pagamenti di tasse ed interessi, usufruendo di uno sconto su sanzioni e mora e, dettaglio da non trascurare, di un condono penale sui reati collegati al mancato pagamento (con le dovute eccezioni).
Gli interessi sulle cifre non versate verranno determinati applicando dei tassi agevolati.

La nuova Voluntary Disclosure riguarda esclusivamente le violazioni commesse entro il 30 settembre 2016.

Le somme dovute potranno essere corrisposte all’Agenzia delle Entrate in un’unica soluzione, entro il 30 settembre 2017 oppure in tre rate, la prima delle quali potrà essere versata entro il 30 settembre.

La legge e gli emendamenti

In Italia per favorire il rientro dei capitali occultati all’estero è nata la legge 186/2014, in cui per la prima volta si parla di Voluntary Disclosure.
Dopo la riapertura dei termini il governo sta valutando dei correttivi, contenuti in emendamenti, che potrebbero riguardare, retroattivamente, anche la prima versione.
Al vaglio la diminuzione delle sanzioni per chi effettua pagamenti avendo calcolato male quanto dovuto, tenuto conto che l’intero conteggio è fatto dal contribuente per cui fallibile, soprattutto se non si avvale del supporto di professionisti .

Sempre per andare incontro ai contribuenti, non verrebbero calcolate su tutto l’importo di cui si è debitori le maggiorazioni del 10% e del 30% previste per chi paga in ritardo o paga meno del dovuto, e si potranno utilizzare degli sconti sulle sanzioni applicabili a chi versa le somme dovute nei termini ed in modo esatto.
Tra gli emendamenti proposti uno consentirebbe, a chi aderisce al rientro dei capitali, di detrarre le tasse già pagate all’estero da quelle che si dovrebbero pagare in Italia.

Calcoli e rischi

Se per la prima Voluntary Disclosure è stata l’Agenzia delle Entrate a calcolare quanto c’era da pagare, quest’anno è stato invece predisposto un modello di autotassazione, con conseguenti sanzioni per chi versa meno o per chi finisce col non pagare.

Per mettersi in regola si può provvedere personalmente al calcolo ed al versamento delle somme dovute. Il modello Voluntary Disclosure 2017 è disponibile sulla piattaforma digitale dell’Agenzia delle Entrate.

È importante sapere che la stima dell’esatto importo da versare non è affatto lineare considerando che vanno inserite sia sanzioni che sconti.

Il modello di domanda compilato dal contribuente o da intermediari abilitati potrà essere presentato fino al 31 luglio 2017.

I risultati della prima Voluntary Disclosure

La prima Voluntary Disclosure ha permesso di recuperare circa sessanta miliardi di euro percepiti all’estero, ma più ambiziose sono le aspettative legate alla nuova manovra che mira a far emergere una parte dei centosettanta miliardi che la Banca d’Italia ha stimato potrebbero essere ancora “nascosti”.
Sarebbe importante approfittare di questa opportunità prima che la trasparenza imposta agli istituti bancari in Italia e all’estero conduca comunque all’individuazione dei redditi occultati.

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Calogero Boccadutri

Calogero Boccadutri is the Managing Partner of Boccadutri International Law Firm. He has trial experience in Forex, Personal Injury and Administrative litigation.



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