Sopravvivere alla Brexit: la residenza permanente
In Europa si vive nell’incertezza finché non saranno chiari gli effetti che la Brexit avrà sulla permanenza degli europei in UK e dei britannici in UE.
C’era una volta l’Europa unita, finché uno dei suoi membri più influenti ha deciso di voler correre da solo.
E adesso che l’uscita del Regno Unito è ufficiale, pur essendoci di mezzo la fase di transizione, ci si interroga su come convenga comportarsi se si è cittadini europei e si risiede in territorio britannico, o se si è cittadini britannici e si risiede in Europa.
Coloro che finora sono stati i benvenuti diventeranno corpi estranei al paese che li ospita? O esiste un modo per affrontare l’inevitabile cambiamento senza subirne il contraccolpo, mettendosi in regola finché non si esaurisce il tempo concordato?
Non sono solo parole
Finché è rimasto un paese dell’UE, il Regno Unito ha mantenuto tutti i diritti e doveri che ne conseguono. Attualmente invece ci sono confusione, incertezza e tanta burocrazia.
I diritti dei cittadini europei nel Regno Unito saranno mantenuti, e sarà loro possibile richiedere lo status di residente. Ma come? E fino a quando?
Italiani nel Regno Unito
Da Londra hanno già fatto sapere che l’ultimo giorno di validità per la “permanent residence” (residenza permanente), è stato fissato al 31 dicembre 2020 e che il certificato potrà essere convertito in “settled status” (status giuridico definito), in modo semplice.
Le modalità per ottenere la permanent residence sono dettate da una legge europea cui, inevitabilmente, subentrerà una direttiva locale.
Fino al termine del periodo di transizione le leggi europee restano comunque valide. I turisti europei potranno continuare a visitare il paese ma dovranno comunicare in anticipo l’intenzione di farlo, in modo da ottenere uno speciale visto che conceda loro l’autorizzazione.
Come sarà gestita nel prossimo futuro sarà tutto da scoprire.
Settled status
Il “settled status” è la certificazione della condizione di persona stabilmente residente nel Regno Unito, documentazione prettamente britannica.
Consiste nella verifica di identità (tramite ispezione dei documenti personali), eleggibilità (tramite accertamento della residenza) e dell’idoneità (tramite controllo dei precedenti penali).
Il settled status nell’attuale situazione britannica, viene concesso soltanto ad alcune categorie e per periodi di tempo limitato motivo per cui conviene comunque, volendo restare nel paese dopo la Brexit, e volendo ridimensionare l’inevitabile step burocratico, cercare piuttosto di ottenere la permanent residence.
L’accesso alla cittadinanza britannica e alla permanenza nel paese passa anche da questo.
Per quanto è dato attualmente sapere, la procedura per ottenere il settled status sarà accessibile per tutti fino al 30 giugno 2021.
Da Londra hanno dato il 30 giugno 2021 come data di “scadenza” ultima in cui resteranno immutati i diritti e lo status dei cittadini dell’UE, del SEE e degli svizzeri che abitano nel Regno Unito.
Il rinnovato “settled status application” è differente dal procedimento comunitario propedeutico al rilascio del certificato europeo di residenza permanente.
I cittadini europei e i loro familiari residenti nel Regno Unito potranno fare richiesta prima della fine del periodo di “transizione” (implementation period) fissato al 31 Dicembre 2020.
Permanent residence
Il permesso di soggiorno indefinito viene anche comunemente indicato come “Residenza permanente”.
Un cittadino europeo viene considerato “residente in modo continuato” nel Regno Unito se vi è rimasto per 6 mesi su 12, nel caso vi risieda da meno di 5 anni.
Esistono anche le dovute eccezioni, per cui si tende a permettere un’assenza più lunga del consentito per motivi di malattia, studio o gravidanza.
Nel caso di residenti da lunga data, ossia da più di 5 anni, per essere considerati residenti in modo continuato non dovranno essersi assentati per più di 5 anni consecutivi.
Accordo tra UK e UE
L’accordo del dicembre 2017 tra Regno Unito e Commissione Europea, specificava come, in base a tempi e modalità di residenza nel paese, avrebbero differenziato la determinazione del diritto di restare per i cittadini europei.
Anche in questo caso, pur garantendo i cittadini europei, non si possono escludere complicazioni dell’ultimo minuto, quando la Brexit sarà definitiva e irreversibile.
- Chi al 31 gennaio 2020 si trovava in un paese della Gran Bretagna in modo continuativo, da 5 o più anni, avrà il diritto di richiedere il settled status per continuare a vivere nel Regno Unito, accedere ai servizi pubblici e poter richiedere la cittadinanza inglese;
- Chi al 31 gennaio 2020, non ha cumulato un periodo di residenza pari a 5 anni, potrà chiedere il “temporary residency permit”, permesso temporaneo di residenza, fino al completamento dei 5 anni. Una volta idoneo potrà fare domanda per ottenere il settled status;
- I familiari di cittadini europei che hanno raggiunto i congiunti 31 gennaio 2020 potranno ottenere il settled status una volta trascorsi i fatidici 5 anni.
- I figli di cittadini europei, nati nel Regno Unito dopo il 31 gennaio 2020, acquisiscono il diritto a rimanere dai genitori che lo hanno già ottenuto.
- Coloro che vogliono raggiungere un parente stretto (vale anche per i coniugi), che sia cittadino europeo residente legalmente nel Regno Unito, potranno farlo senza problemi anche dopo la Brexit, a patto che il legame sia sorto prima del 31 gennaio 2020 e che ancora sia sussistente al momento dell’ingresso nel Paese.
Britannici in Italia
In Italia ogni cittadino dell’Unione Europea, ed attualmente vi rientrano anche i cittadini britannici, può richiedere un attestato che ne certifica il diritto di soggiorno permanente.
A regolare il “soggiorno per tutti i cittadini e familiari dei paesi membri dell’Unione Europea” è il decreto legislativo n. 30 del 2007.
Viene rilasciato dietro specifica richiesta e non è obbligatorio, ma in prospettiva futura, quando l’eco del cambiamento prodotto dalla Brexit avrà fatto sentire le sue conseguenze, potrebbe far risparmiare tempo e denaro a chi ne è in possesso.
Di recente il nostro paese si è dotato di un’ulteriore strumento legislativo, il Decreto Brexit (Dl n. 22) del 25 marzo 2019, che regola il rilascio del permesso di soggiorno europeo. Maggiori informazioni sono disponibili nella nostra “Guida Come vivere in Italia come cittadino britannico dopo la Brexit”.
I requisiti
- Residenza in un comune italiano
- Possesso di cittadinanza europea
- Soggiorno continuativo in Italia da almeno cinque anni.
- Soggiorno continuativo in Italia da almeno tre anni nel caso di:
- lavoratore subordinato o autonomo che, nel momento in cui cessa l’attività ha raggiunto l’età prevista per la pensione di vecchiaia.
- Lavoratore subordinato che cessa di svolgere la propria attività a seguito di pensionamento anticipato, se l’Italia è stata sede della sua attività negli ultimi dodici mesi.
- Lavoratore subordinato o autonomo che non può più lavorare a causa di un’incapacità lavorativa permanente sopraggiunta in modo improvviso. Dovrà aver soggiornato per più di due anni in Italia, in modo continuativo. Se l’incapacità è conseguenza di un incidente sul lavoro o di malattia professionale che lo pongono a carico dello Stato, non importa da quanto tempo soggiorni nel nostro Paese.
- Lavoratore subordinato o autonomo che, si trasferisca a lavorare in un altro Stato appartenente all’Unione Europea dopo aver svolto la propria attività in Italia per almeno tre anni continuativi, e che comunque continui a risiedere in territorio italiano.
I familiari con cittadinanza extra europea possono ottenere in Questura la “Carta di soggiorno permanente per familiari di cittadini europei”.
Il documento attestante il diritto al soggiorno permanente deve essere rilasciato nel più breve tempo possibile e, seppure non obbligatorio, è utile per saltare una serie di formalità burocratiche, come può essere la richiesta di dimostrazione di esercitare attività lavorativa in Italia, la disponibilità di risorse sufficienti al proprio sostentamento, …
È buona consuetudine conservare tutti i documenti che attestino la propria presenza in Italia, a partire dalle bollette fino ad arrivare ai contratti di lavoro o alle dichiarazioni dei redditi, perché potrebbero tornare utili al momento della presentazione della domanda.
Il diritto alla residenza permanente si perde se ci si assenta dal territorio nazionale per più di due anni consecutivi o dopo espulsione per fatti gravissimi.
Il nostro Studio Legale Internazionale ha già assistito, con successo, cittadini britannici durante il loro iter per ottenere il certificato di residenza permanente.
Per consigli dettagliati e personalizzati, non esitate a contattare il dipartimento di Immigration dello Studio Legale Internazionale Boccadutri. Il nostro team risponderà ad ogni vostra domanda sull’argomento.
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Buongiorno.
La mia ragazza è cittadina britannica e ci chiedevamo se può procedere con una richiesta di residenza presso la mia abitazione (mia proprietà) nel comune di mia residenza.
Saluti
Stefano
Gentilissimo Sig.re Stefano la ringraziamo per averci commentato, le invieremo maggiori informazioni sul caso tramite e-mail.
Cordiali Saluti
Avv. Calogero Boccadutri
Salve, mia moglie, cittadina britannica, e’ molto preoccupata per via della Brexit. Moglie di un Italiano e madre di due italiani finora non e’ riuscita neanche a prendere un appuntamento con la domanda online per la mancanza di un certificato di lingua italiana come ora richiesto.
Possibile non esista modo piu’ semplice per ottenere la cittadinanza ? La ringrazio in anticipo.
Gentilissimo Sig. Barone la ringraziamo per averci commentato, le invieremo maggiori informazioni sul caso tramite e-mail.
Cordiali Saluti
Avv. Calogero Boccadutri
Salve,
Ho ottenuto la residenza permanente e il settle status in uk. Per motivi lavorati mi sono trasferita nuovamente in Italia. Mi domandavo se richiedendo la residenza italiana, perdero’ la residenza permanete in Uk ?
La ringrazio,
Antonella
Gentilissima Sig.ra Antonella la ringraziamo per averci commentato, le invieremo maggiori informazioni sul caso tramite e-mail.
Cordiali Saluti
Avv. Calogero Boccadutri
Salve,
Anche io ho necessita’ di trasferirmi di nuovo in Italia per un periodo per motivi familiari e vorrei lavorare. Sono cittadina Italiana, vivo a Londra da 15 anni, iscritta all’A.I.R.E. e ho la residenza permanente.
Mi domando se prendendo la residenza in Italia perderò’ la residenza permanente e se mi verranno pagati i contributi, nel caso decidessi di lavorare senza pero’ esser residente, quindi senza essere iscritta all’Inps.
Cordiali saluti,
Roberta
Gentilissima Sig.ra Roberta la ringraziamo per averci commentato, le invieremo maggiori informazioni sul caso tramite e-mail.
Cordiali Saluti
Avv. Calogero Boccadutri
Ciao, Sono britannica e ho fatto la richiesta per il certificato di soggiorno permanente (sono qui da 02.02.2015) ma mi hanno consegnato l’attestazione di iscrizione anagrafica’ invece….non quello che avevo chiesto. Ora mi stanno dicendo che va bene quello che mi hanno dato. Come posso andare a richiedere il certificato di soggiorno permanente senza ricevere per la seconda volta questo?
Grazie
Gentilissima Sig.ra Emily la ringraziamo per averci commentato, le invieremo maggiori informazioni sul caso tramite e-mail.
Cordiali Saluti
Avv. Calogero Boccadutri