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Omicidio stradale: anche l’incuria è reato

27 Dic 2022 - Danni alle persone - Min Read 3 min
Omicidio stradale: anche l’incuria è reato

In caso di morte derivante dall’incuria delle strade si configura il reato di omicidio stradale.

Nel 2016 la legge sull’omicidio stradale ha colmato un vuoto normativo, iniziando a punire, nello specifico, chi causava la morte di qualcuno per strada.

Quando fu approvata, nel 2016, la suddetta legge venne accolta come uno degli anelli mancanti del sistema giuridico italiano.

Una legge considerata perfettibile, poiché poneva sullo stesso piano chi si metteva al volante e provocava vittime assumendo comportamenti colpevoli, e chi causava un incidente per una serie di sfortunati eventi.

La circolare chiarificatrice

A completare il quadro dei soggetti che potrebbero rendersi colpevoli di omicidio stradale, è stata una circolare successiva, inviata dal Ministero dell’Interno a Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Questure e Prefetture, che attribuiva possibili responsabilità in eventi luttuosi non solo a chi era presente al momento del sinistro ma anche a chi, indirettamente, quel sinistro lo aveva causato.

La circolare invitava ad indagare su chi, svolgendo il proprio lavoro con superficialità o ritardo, era venuto meno al proprio dovere verso i cittadini.

In questa categoria di possibili soggetti imputabili rientrano gli Enti proprietari delle strade (Comuni, Regioni e Stato) con i loro amministratori, tra cui gli assessori ma anche i Sindaci e le società incaricate di gestire le autostrade (in primis i dirigenti dell’Anas).

Non è esente da colpe chi produce autoveicoli, perché se immette sul mercato prodotti difettosi, il cui malfunzionamento crea situazioni di pericolo, è passibile di denunzia e arresto.

Non è raro imbattersi in strade dissestate, buche, segnali posti in modo errato, strisce pedonali cancellate dall’usura, scarsa illuminazione in strade o gallerie, guard rail più vecchi di quanto sia lecito attendersi, oppure in cronache di autoveicoli ritirati dal mercato per difetti in qualcuna delle loro componenti (freni, cinture di sicurezza, cambio, airbag …), ebbene, la legge (e la successiva circolare di coordinamento con il codice stradale) non lascia scampo a chi ha posticipato gli interventi di manutenzione o ha dato il benestare all’uscita dalla fabbrica di autoveicoli difettosi.

Le norme sulla circolazione stradale prescrivono non solo il comportamento da adottare al volante ma anche le linee guida per far sì che ci sia una costante manutenzione e che la costruzione delle strade e dei veicoli sia fatta con perizia. Questa mancata attenzione può portare alla reclusione da due a sette anni.

L’Articolo 14 del Codice della strada

L’articolo 14 del Codice della strada indica che gli enti proprietari delle strade devono provvedere a “manutenzione, gestione e pulizia delle strade … al controllo tecnico della efficienza … alla apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta”.

Dirigenti Anas, sindaci, responsabili di grosse case automobilistiche, hanno l’obbligo di garantire con il loro lavoro la sicurezza nelle strade.

Se ci scappa il morto verrà individuato il soggetto affidatario della custodia o della progettazione e, in seno all’Ente o alla casa produttrice, la persona a cui è ascrivibile il reato di omicidio colposo.

Perché si arrivi addirittura all’arresto ovviamente andrà analizzato a fondo l’incidente, verificata la sua dinamica e accertata l’esistenza di un rapporto di custodia tra l’Ente e la strada.

Va valutato se l’Ente oltre ad essere proprietario manteneva il controllo del bene e quindi poteva essere informato delle sue effettive condizioni.

Se sussiste un rapporto di causa-effetto tra l’anomalia della strada e il danno, e se l’Ente, pur informato, non ha eliminato ogni causa di pericolo, c’è chiaramente concorso di colpa nel verificarsi del sinistro.

La vittima non ha colpe

Non importa se l’insidia, una buca piuttosto che una galleria al buio, fosse percepibile o meno, circostanza che un tempo fungeva da discriminante, per ottenere risarcimenti da parte della Pubblica Amministrazione, non va dimostrato che la vittima avrebbe potuto evitare il pericolo in quanto segnalato, è infatti la stessa presenza del pericolo a costituire reato.

Il custode della strada è arbitro del destino di chi transita nella strada non meno di chi si mette al volante.

Se avete il dubbio che un vostro congiunto sia stato ucciso dalle insidie presenti in un tratto stradale o autostradale, o se il mezzo coinvolto rientra in una serie di veicoli ritirati dalla vendita, non esitate a contattare il nostro Dipartimento di Danni alle Persone.

Valuteremo insieme l’azione da intraprendere contro i responsabili.

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Calogero Boccadutri

Calogero Boccadutri is the Managing Partner of Boccadutri International Law Firm. He has trial experience in Forex, Personal Injury and Administrative litigation.



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