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Legge sull’omicidio stradale

Ultimo aggiornamento 29 Set 2023

29 Set 2016 - Danni alle persone - Min Read 5 min
Legge sull’omicidio stradale

L’attuale legge sull’omicidio stradale prevede diversi tipi di sanzioni e di condanne, in base alle modalità e alle circostanze in cui il decesso avviene.

Quando è entrato in vigore l’omicidio stradale?

Nel marzo del 2016 il Parlamento italiano ha approvato la legge n.41 sull’omicidio stradale.

La volontà del legislatore, spinto dalla forte pressione dell’opinione pubblica, era quella di ridurre il numero di incidenti in Italia, e di attuare le direttive europee in materia.

Per meglio comprendere le condizioni che hanno portato alla nascita della legge 41, bisogna andarsi a rileggere le statistiche Istat del periodo.

Il 2015, infatti, è stato un annus horribilis per numero di incidenti stradali:

  • Un totale di 174.539 incidenti con lesioni a persone;
  • 3.428 incidenti mortali, o con vittime entro il 30° giorno dall’incidente;
  • 246.920 feriti;
  • Un costo totale stimato di oltre 20 miliardi di euro.

Un bollettino di guerra intollerabile.

Cosa succede se si investe una persona?

Se si investe una persona e non muore, si risponde del reato di lesioni stradali gravi o gravissime, in base ai danni causati alla vittima.

In questo caso il reato è procedibile d’ufficio: chiunque potrà sporgere denuncia per il sinistro, anche chi non ne è stato vittima.

In base al comportamento sono previsti carcere e revoca della patente.

Se la vittima dell’investimento ha subito lesioni personali lievissime, guaribili entro venti giorni, il reato è procedibile a querela di parte.

In questo caso soltanto la vittima, entro tre mesi dall’accaduto, ha la facoltà di denunciare quanto avvenuto alle autorità.

Si parla di omicidio stradale quando la persona che è stata investita muore a causa dell’incidente.

Quando scatta il penale in un incidente stradale?

Se un incidente stradale causa lesioni gravi, con prognosi superiori a 40 giorni, o la morte, chi ne è responsabile dovrà rispondere penalmente della propria condotta alla guida.

Le conseguenze dipendono dalle circostanze dell’incidente, la legge distingue tra disattenzione e dolo, ma in generale la riforma del 2016 ha reso l’omicidio stradale un reato soggetto a pene molto severe.

Qual è la pena per l’omicidio stradale?

In caso di omicidio stradale, la pena può arrivare a condanne per più di 18 anni di reclusione.

Questi le disposizioni di legge più importanti:

  • Qualunque persona che, commettendo violazione del Codice della Strada, causi la morte di un altro individuo sarà processata per omicidio.
  • La punibilità non è (più) legata alla querela da parte della persona offesa;
  • Sono raddoppiati i termini della prescrizione;
  • Nei casi più gravi e conclamati può scattare l’arresto immediato (in flagranza di reato);
  • È stata introdotta la possibilità del prelievo forzato di campioni biologici.

La condanna per omicidio stradale normalmente prevede dai 2 ai 7 anni di carcere.

Se il conducente del veicolo è sotto grave effetto di alcool (tasso superiore a 1,5 grammi per litro) o di sostanze stupefacenti, la pena cui va incontro sale, e quindi va dagli 8 ai 12 anni (vedi Omicidio stradale e guida in stato di ebbrezza: un solo reato).

Nel caso in cui l’alterazione da alcoolici risulti meno grave, ma con tasso superiore a 0,8 grammi per litro, l’omicidio stradale può essere punito con la prigione per 5 anni e fino a un massimo di dieci.

Stessa pena detentiva prevista per chi causa l’incidente con la propria condotta irresponsabile (eccesso di velocità, guida nel senso opposto di marcia, mancato rispetto del semaforo, sorpassi, manovre rischiose …)

Le altre aggravanti

Viene considerata un’aggravante il mancato possesso della patente di guida, sia perché non conseguita sia perché sospesa o revocata.

È aggravante anche la mancanza di un’assicurazione auto.

Se l’omicidio è plurimo o se ci sono stati feriti oltre al morto, la pena potrà essere aumentata.

Il conducente che fugge dal luogo dell’incidente, dopo averlo causato, vedrà la pena aumentata da un terzo a due terzi (non meno di 5 anni per omicidio, 3 per lesioni).

I conducenti di mezzi pesanti (camion, pullman, autobus …) vanno incontro alle pene più gravi.

Pena invece diminuita della metà se c’è concorso di colpa con la vittima o con altri mezzi coinvolti nell’incidente.

È prevista la revoca della patente automatica nel caso di condanna o patteggiamento con la condizionale.

La patente si potrà riottenere dopo 15 anni in caso di omicidio, dopo 5 in caso di lesioni gravi o gravissime.

Se il conducente è fuggito la sospensione della patente può arrivare fino a 30 anni.

Per le licenze di guida straniere è prevista l’inibizione alla guida sul territorio italiano.

I limiti dell’attuale legge

La legge precedente prevedeva l’omicidio stradale non come reato autonomo ma come aggravante dell’omicidio colposo.

Le sanzioni erano di conseguenza adeguate a un reato minore.

L’attuale legge, se da un lato prevede sanzioni maggiori per quello che è diventato un reato a sé stante, poco o nulla riesce a fare per la prevenzione.

Probabilmente è questo il motivo per cui non ha generato conseguenze significative sulla riduzione degli incidenti stradali.

Dopo la sua entrata in vigore non sono affatto calati, come ottimisticamente si sperava, fatta eccezione per il periodo della pandemia, in cui circolavano solamente i mezzi essenziali.

La legge e la prevenzione

Quello che era apparso chiaro, già a pochi mesi dall’introduzione del reato di omicidio stradale, è che questa legge è nata per punire ma non per prevenire.

Ce lo dice l’aumento di feriti e di pirati della strada e la mancata riduzione statisticamente significativa del numero assoluto di morti.

L’Osservatorio dell’ASAPS, Associazione sostenitori amici della polizia stradale, giudicando la legge appena uscita, sottolineò come, più che sulla sinistrosità, la legge stesse incidendo sulla giustizia.

Per far diminuire gli incidenti, era la valutazione dell’ASAP, non serviva una legge in questi termini, ma servirebbero più agenti, attivi sulle strade giorno e notte, per verificare la lucidità o lo stato di ebbrezza dei conducenti.

Gli agenti dovrebbero vegliare prima che i sinistri abbiano luogo: vanno controllate le condotte dei guidatori, lo stato dei veicoli e le condizioni delle strade (vedi Omicidio stradale: anche l’incuria è reato).

Un poliziotto che ferma un ubriaco prima che imbocchi l’autostrada contromano ha già salvato più vite della legge che ha previsto per lui dieci anni di galera.

Perché quando si punisce è ormai troppo tardi.

Presto un nuovo codice della strada

Si resta in attesa che entri in vigore il nuovo codice della strada.

La speranza è che sia di supporto con le sue direttive.

Il nuovo codice:

  1. promuove una linea dura contro chi utilizza cellulari e dispositivi elettronici alla guida,
  2. prevede misure cautelative per i neopatentati
  3. dispone sanzioni maggiori per chi guida in stato di ebbrezza da alcool e droghe.

Il testo, dal titolo “Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del Codice della strada“, è in fase di approvazione in Parlamento.

Se voi (o dei vostri congiunti) siete stati coinvolti in un incidente con gravi conseguenze, non esitate a contattare i nostri avvocati del Dipartimento Danni alle persone – Incidenti gravi, che potranno delucidarvi sull’attuale legislazione ed assistervi.

Per approfondimenti vi rimandiamo alle nostre guide:

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Calogero Boccadutri

Calogero Boccadutri is the Managing Partner of Boccadutri International Law Firm. He has trial experience in Forex, Personal Injury and Administrative litigation.



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