Israele vs opzioni binarie. La storia continua
La legge che vieta le opzioni binarie in Israele è entrata in vigore a far data dal 23 gennaio dopo che la Corte Suprema israeliana ha respinto il ricorso che avrebbe potuto bloccarla.
Alea iacta est: è ufficialmente entrata in vigore la legge che mette al bando le opzioni binarie ad Israele.
L’estremo tentativo di fermarla, rivolgendosi alla Corte Suprema israeliana, è naufragato quando è stato respinto il ricorso presentato dai legali di Yossi Herzog, proprietario del gruppo di opzioni binarie Yukom Communications Ltd.
Dal 23 gennaio 2018 non è più possibile intraprendere qualsivoglia attività legata alle opzioni binarie: né offrire scambi di opzioni binarie alla propria clientela, né fornire tecnologia o servizi a broker che lavorano nel campo delle opzioni binarie.
I trasgressori rischiano fino a due anni di galera.
I motivi del ricorso
A giustificare il ricorso di Herzog, che ha interessi evidenti nel settore, era stato l’eccessivo rigore della legge nata, a suo parere, dalle pressioni dell’opinione pubblica.
Le truffe legate alle opzioni binarie, che hanno avuto origine in Israele, hanno avuto effetti devastanti in tutto il mondo, con conclamati casi di suicidio causati dalla consapevolezza di aver dissipato tutti i propri risparmi.
Ciononostante, secondo l’imprenditore, si tratterebbe di una vera e propria “caccia alle streghe” che ha coinvolto, a torto, chi opera legalmente da Israele, esportando servizi e tecnologie.
La nuova legge avrebbe dunque il torto di non riuscire a distinguere gli onesti dalle “erbacce”.
La Corte Suprema ha respinto l’appello, ritenendo che non ci fossero le condizioni per emettere un provvedimento provvisorio di sospensione della norma.
Le aziende di opzioni binarie hanno cambiato pelle
In attesa che la legge venisse applicata la maggior parte delle aziende impegnate nel settore hanno avuto il tempo di adeguarsi, spostando i loro affari all’estero.
Qualcuno ha preferito restare “convertendosi” all’affare del momento, ossia allo sviluppo della Blockchain, la tecnologia (componente fondamentale delle criptovalute) che, partendo dalla creazione di singoli blocchi di informazioni, permette la realizzazione e la gestione di un grande database in cui i blocks, che sono collegati tra loro, vengono resi sicuri mediante l’uso della crittografia.
Facebook blocca le pubblicità delle opzioni binarie
Se Israele chiude definitivamente le porte, nel resto del mondo si continua a guardare con sospetto alle opzioni binarie, il cui futuro appare incerto.
Anche Facebook si è mobilitata contro le opzioni binarie, ma anche contro criptovalute e ICO, initial coin offering (iniziali offerte di moneta delle start up, usate per raccogliere fondi tramite distribuzione di token), vietandone gli annunci pubblicitari sulla sua piattaforma.
A spingere il social network verso questa politica sarebbero state le pressioni da parte dell’FBI e dalla Canadian Binary Options Task Force.
Rob Leathern, responsabile della gestione dei prodotti di Facebook, ha spiegato tramite un comunicato, di aver voluto vietare “gli annunci che promuovono prodotti e servizi finanziari che sono frequentemente associati a pratiche promozionali fuorvianti o ingannevoli”.
Perché continuino ad essere credibili i prodotti pubblicizzati sui social network è stato necessario ricorrere a questo colpo di spugna, bandendo ciò che, per natura, potrebbe nascondere “truffe o inganni” in modo da “rendere più difficile per i truffatori trarre profitto da una presenza su Facebook”.
Ci si attende una presa di posizione in materia anche da parte di Google, cui l’FBI ha rivolto una richiesta perché possa porre un freno alle pubblicità ingannevoli di opzioni binarie, bitcoin e prodotti a rischio-truffa.
Per informazioni in materia non esitate a contattare qui gli esperti legali dello studio internazionale Boccadutri, i quali sapranno guidarvi e consigliarvi in merito a truffe e investimenti.
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