Investimento Forex, dritte e consigli
Investimento Forex
Quando si investe nel Forex le precauzioni non sono mai troppe. Vi invitiamo a leggere i nostri consigli, nati dall’esperienza diretta e dalla constatazione di quanto questo settore possa portare guadagni importanti o ragguardevoli perdite nell’arco di pochi minuti. L’importante è avere pazienza, voglia di apprendere e magari la fortuna di avere a che fare con professionisti seri.
Grazie alla nostra esperienza pluriennale nel settore degli investimenti privati sulle piattaforme di trading, abbiamo raggiunto una serie di certezze sul mondo del Forex. Di seguito troverete dei consigli sull’approccio migliore da seguire quando si vuole investire nel mercato del Forex.
La formazione
La formazione è l’elemento fondamentale per non perdere soldi, le statistiche parlano chiaro, un’altissima percentuale di traders è perdente perché è privo di una preparazione delle regole e dei concetti di base, e non solo, che in modo imperativo devono essere rispettati negli investimenti.
La scelta dell’intermediario
La prima azione che un soggetto privato o azienda compie per iniziare ad investire, è la scelta e l’apertura del conto presso un Broker.
Nel nostro percorso abbiamo avuto modo di valutare investimenti effettuati su molte piattaforme, sia nazionali che estere, regolamentate e non, giungendo ad alcune conclusioni su come effettuare la scelta dell’intermediario migliore.
La prima valutazione è certamente quella di assicurarsi che il Broker sia regolamentato, in questo documento non ci soffermeremo sui dettagli delle regolamentazioni, ma di seguito troverete un elenco alcuni degli enti di supervisione e vigilanza dei mercati finanziari in relazione ai paesi di appartenenza dei broker stessi: CONSOB per l’Italia, FCA per l’Inghilterra, ASIC per l’Australia, CySec per Cipro.
Oltre ad essere regolamentato, ci accerteremo che i nostri fondi siano versati su conti segregati, ossia che siano versati su un conto corrente di una Banca indipendente dagli attivi del broker. Questo eviterà, in caso di problemi dello stesso, che eventuali creditori possano avvalersi sui nostri capitali.
Broker Dealing Desk o No Dealing Desk
Un’altra valutazione riguarda la modalità con la quale opera il Broker. Sostanzialmente possiamo dividerli in due categorie:
- broker Dealing Desk (DD)
- broker No Dealing Desk (NDD).
I primi, DD, sono comunemente chiamati Market Maker (MM) e i secondi, NDD, denominati anche come Broker STP (Straight Through Processing) o ECN ( Electronic Communications Network).
Senza soffermarci nella parte più tecnica in merito alla differenza tra un intermediario STP o ECN, riteniamo che questi ultimi (ECN) siano quelli da prendere in considerazione per le attività di trading.
I broker DD o Market Maker, quando noi inseriamo un ordine a mercato, utilizzano un criterio di gestione “meno trasparente”, nel senso che generalmente prendono posizione contraria al nostro ordine e successivamente operano controbilanciando il loro rischio sul mercato Interbancario (Banche, società di investimento, hedge fund, etc…), generalmente guadagnano sullo spread interponendosi tra noi e il mercato Interbancario.
Diversamente con i Broker ECN (NDD) il nostro ordine viene indirizzato direttamente sul mercato interbancario ed il guadagno del broker deriva da una commissione relativa all’operazione.
Spread e leva come discriminanti
La scelta di un broker può anche essere legata all’aspetto più commerciale, ossia l’offerta in termini di spread e di leva che ci vengono proposti.
A seguito di quanto appena concluso sopra, se scelgo un broker ECN il problema spread è quasi inesistente, in quanto in una modalità di esecuzione ECN il Broker generalmente guadagna sulle commissioni e quindi lo spread sarà sempre prossimo allo zero, motivo per cui, in questi casi, la differenza la fanno i broker che concedono la leva più alta!
Contrariamente a quanto si vocifera, un broker che sia regolamentato, che sia ECN, ed offra leve alte riteniamo che sia il perfetto compromesso per tutti i piccoli e medi investitori poiché con una leva alta possiamo permetterci di versare pochi fondi sulla piattaforma consentendoci operazioni di un certo rilievo in relazione al concetto di Money Management da calcolarsi sul totale dei fondi che abbiamo pensato di disporre per l’investimento.
Intorno al concetto di leva c’è molta confusione, questo perché si usa lo stesso termine per indicare due aspetti diversi e correlati; da un lato la leva è intesa come esposizione del rischio relativo al nostro capitale, dall’altro la leva finanziaria che viene offerta dal broker.
L’esposizione del rischio indica, in poche parole, la quantità di capitale con la quale entriamo a mercato, in questo senso è corretto dire che dobbiamo utilizzare una leva bassa perché maggiori possono essere i guadagni, ma altrettanto maggiori le perdite, per questo motivo viene introdotto il concetto di Money Management (il Money Management come ci insegnano tutti i manuali di finanza, è la modalità di gestione del rischio che prevede una massima esposizione del 2% del capitale relativa alle operazioni eseguite).
Invece il concetto di leva offerta dal broker è intesa come vantaggio che dobbiamo sfruttare per i nostri investimenti, i prodotti offerti in Leva Finanziaria sappiamo che necessitano di un margine di accantonamento per poter eseguire un’operazione a mercato, la leva è il fattore che determina il margine di accantonamento, quindi più è alta la leva offerta e minore sarà il margine richiesto.
Volendo spiegare il concetto dal lato pratico, facciamo un esempio concreto: due soggetti hanno deciso di investire 10.000$ nel Forex, il primo con un broker che offre leva 1:500 ed il secondo con un broker che offre leva 1:100.
Mantenendo una gestione di Money Management, decidono di entrare a mercato comprando 1 lotto di Eurodollaro (10$ a pip, senza leva per poter eseguire questa operazione sarebbe servita liquidità per un controvalore di 100.000$).
Broker leva 1:500
margine: 100.000$ : 500 = 200$
Broker leva 1:100
margine: 100.000$ : 100 = 1.000$
In base all’esempio, è evidente che con un broker che offre una leva maggiore potremo eseguire la stessa operazione versando meno capitale sulla piattaforma del broker.
Attenzione al capitale impegnato
Per esperienza, considerando i rischi che questi mercati comportano, non dovremmo versare sul conto di trading l’intero capitale che abbiamo pensato di investire, bensì quello necessario per consentirci l’operatività.
Questo concetto è da tenere molto in considerazione in quanto su questi mercati, non è raro assistere a movimenti di prezzo molto ampi che non garantiscono il controllo del rischio.
L’esempio più eclatante è riferito alla coppia Euro-Franco Svizzero che nel gennaio del 2015, per decisioni della stessa Banca Nazionale Svizzera decise di portare il rapporto di cambio di Euf/Chf da un valore di 1,20 fin sotto la parità di Eur/Chf 1,00 con una perdita di quotazione di oltre 2000 pips nel giro di qualche minuto!
In questo caso la nostra perdita maggiore, se avessimo avuto posizioni in acquisto sul cambio, sarebbe stata solo del capitale versato.
In conclusione, il nostro parere è che la scelta del broker deve cadere su soggetti regolamentati, che operino in modalità ECN e che offrano leve considerevoli come leva 1:500 o superiore, questi sono i termini più convenienti che ci consentono di operare in modo vantaggioso senza esporci considerevolmente con i nostri capitali”.
Se volete investire nel Forex e avete bisogno di una guida esperta o se, nel peggiore dei casi, siete rimasti coinvolti in una truffa legata al Forex, o semplicemente sospettate che il vostro broker stia agendo in maniera poco chiara, non esitate a contattare i nostri esperti avvocati.
Lo studio legale Boccadutri chiarirà ogni vostro dubbio e vi suggerirà il modo migliore per tutelare i vostri investimenti.
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