Bitcoin: la criptovaluta va in borsa.
La CFTC, ossia l’agenzia di Governo americana che si occupa della regolamentazione del mercato dei futures, ha autorizzato i futures su bitcoin.
Le criptovalute sono entrati a far parte ufficialmente del sistema finanziario.
La Chicago Mercantile Exchange (CME), la seconda più grande borsa al mondo per futures e opzioni su futures (e la più grande negli Stati Uniti), ha annunciato che dal 18 dicembre partiranno i contratti futures sul bitcoin.
A dare il via libera sia alla CME, marketplace dei futures, che alla CBOE (Chicago Board Optins Exchange), a sua volta la più importante borsa del mondo per la negoziazione di opzioni, è stata la CFTC (United States Commodity Futures Trading Commission), l’authority made in USA che sovrintende ai derivati.
La CBOE da parte sua ha bruciato i tempi, partendo già dall’11 dicembre con uno scambio che nelle prime ore era già pari a 2500 contratti futures.
Dopo il boom dei giorni scorsi la notizia della negoziazione dei contratti sulle criptovalute era molto attesa.
E non è che l’inizio: persino la Nasdaq, la società che gestisce il mercato elettronico statunitense in cui, quotidianamente, si svolge il maggior volume di scambi, è in procinto di lanciare future sui bitcoin entro la prima metà del 2018.
I derivati del Nasdaq permetteranno di puntare sul suo rialzo o sul suo ribasso.
L’introduzione di derivati regolamentati potrebbe essere il preludio per inquadrare le criptovalute in schemi più convenzionali.
A protezione di chi vorrà investire in criptovaluta verranno posti dei limiti da CME e CBOE, che fisseranno un margine di garanzia tra il 35 e il 40 per cento.
Cosa sono le criptovalute
Le criptovalute sono monete virtuali depositate in conti wallet (in italiano “portafoglio”), aperti facilmente e velocemente on line, senza bisogno di stipulare contratti come quelli bancari.
Non sono nate, e comunque non vengono utilizzate, per sostituire i contanti. Permettono di bypassare banche, istituzioni e burocrazia visto che non vengono emesse da un’autorità come succede alle monete classiche.
Il loro valore è stabilito da un algoritmo. A regolare le criptovalute ci sono delle direttive, rese pubbliche sin dalla loro nascita.
Le criptovalute più famose sono i bitcoin ma dal 2009, anno zero delle cripto valute, ne sono nate centinaia.
I bitcoin vengono accettati come forma di pagamento da sempre più negozi mentre ciò che interessa le “nemiche” banche è la tecnologia su cui si appoggiano, un sistema rivoluzionario detto blockchain.
Blockchain
Il Blockchain è un sistema di organizzazione dati che garantisce transazioni finanziarie peer-to-peer, registrate pubblicamente ma crittografate, con elevati standard di sicurezza.
L’altra faccia della medaglia è l’enorme impiego di energia durante la risoluzione dei complicatissimi algoritmi necessari alla produzione di bitcoin.
Non si sa se le criptovalute si stabilizzeranno, mentre il mercato continua a crescere, ma è chiaro che, come per ogni prodotto speculativo, vanno maneggiate con cautela.
I detrattori pensano che tutto finirà nell’esplosione della bolla che attualmente i bitcoin rappresentano, intanto le grandi istituzioni, l’alta finanza e le banche d’affari non sottovalutano il fenomeno e lo studiano con interesse.
Ogni strumento finanziario ha dei rischi e, come in tutti gli investimenti, il consiglio è sempre quello di non azzardare più di quanto non si sia disposti a perdere.
Se questo argomento vi incuriosisce e volete il consiglio di chi studia il fenomeno da anni, non esitate a contattare qui gli esperti legali del Dipartimento di Diritto Societario e Commerciale dello Studio legale internazionale Boccadutri.
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